Eccomi di nuovo on line! Come al solito la mia costanza è un po’ un optional, ma nonostante la sessione invernale di esami, questo 2016 mi sono promessa di programmare tutto al meglio per riuscire ad essere più presente! *Yeeeeeee*
Oggi voglio invitarvi ad andare al cinema perché, per chi non lo ha già fatto, è assolutamente importante che vediate “Il Piccolo Principe“.
Il film riporta sullo schermo parte di una realtà così com’è stata per molti, ossia l’approccio con una storia ricca di significato e insegnamenti quale il libro di Antoine de Saint-Exupéry. In questo caso è una bambina a scoprirlo e la storia è il diario del suo nuovo vicino di casa, l’aviatore, oramai anziano. La cosa più interessante credo sia la forte caratterizzazione dei personaggi e delle loro vite ed alcune scelte a proposito per indicare delle situazioni in particolare. Partiamo dal fatto che nessuno di loro ha un nome e diventano così già carichi di simbologia, quasi astratti dalla loro personalità. La madre della piccola protagonista è una donna in carriera abituata ad organizzare tutto nei minimi dettagli, anche gli imprevisti. E’ una figura quasi prepotentemente presente nella vita della figlia, ma non nelle sue giornate; una donna perfettamente assorbita nel mondo attuale che, come dice il narratore, è diventato troppo adulto. La sua non è una chiusura che crea incomprensioni, infatti nonostante tutto l’affetto con la figlia è evidente, dolce e dolcemente ricambiato, ma è semplicemente, come anche in questo caso è narrato, conseguenza dell’aver dimenticato il mondo dell’infanzia. La realtà che si presenta è una reazione a catena: un mondo che con il tempo è diventato freddo e calcolatore per correre dietro allo sviluppo e le nuove necessità, che porta gli adulti ad una corsa per inserirsi in questo frenetico contesto, trascinando, anche involontariamente, i bambini. L’aviatore è invece anziano, con il tempo non ha potuto più correre dietro la frenesia e si è fermato a guardare, osservare, capire. E’ l’emblema della saggezza che riesce a vedere di nuovo oggettivamente le cose e ad essere ancora una volta se stesso, un uomo che però, carico della sua personalità, non viene compreso dalla fredda società che lo emargina e ne ha paura (la casa in cui si trasferiscono la bambina e la mamma, è disponibile e con un prezzo inferiore proprio perché affianco a quella dell’aviatore). Il suo modo di essere è quasi confuso con la follia, ma non è sintomo di una persa lucidità, è semplicemente il tentativo, senza troppe aspettative, di vivere al meglio secondo i propri sogni e desideri la vita che gli rimane prima dell’ultimo viaggio che è consapevole di dover compiere. Nel mezzo c’è la bambina, concentrata e intenta a fare del suo meglio per non deludere gli altri, ma ancora troppo piccola per il mondo degli adulti. L’incontro con l’aviatore le fa scoprire quello che dovrebbe essere il suo mondo naturale, un’infanzia di meraviglia, ideali, sogni, giochi e fantasia. Il suo essere bambina è inevitabile e la porta a vedere le cose con la sua semplicità e ingenuità. Ciò che è metaforico per il mondo degli adulti, non può esserlo allo stesso modo per lei, che ancora non conosce e non ha esperienza di molte cose che per i più grandi potrebbero anche essere scontate (il viaggio dell’aviatore è metaforico, così come il “sonno” del Piccolo Principe alla fine significa in realtà la sua morte, un’avvenimento naturale della vita con cui la bambina però non ha ancora avuto a che fare e che quindi non può comprendere: per lei il viaggio sarà reale e il Piccolo Principe si è semplicemente addormentato).
La bellezza, oltre alla forte emozionalità, sta nella ricchezza degli spunti di riflessione, moltissimi dettagli che è bello e quasi divertente cercare di cogliere e correlare tra di loro.
Non so se lo consiglierei a dei bambini molto piccoli, ma solo per la “struttura”: il film è abbastanza lungo, non si ferma al finale del libro ma prosegue la narrazione ed è molto diverso dai film di animazione cui purtroppo sono abituati (per tempi, sceneggiatura, tecnica dello stop motion utilizzata per la narrazione attinente al libro…). Credo dipenda molto dal carattere e dalle abitudini del bambino. Ma è pur sempre un cartone e per tutti i significati che ha, penso che sia bello vederlo ora e più volte nel tempo, perché per ogni età assume un significato diverso e svela aspetti differenti.
Il mio “giudizio” a riguardo è assolutamente positivo, non ho trovato aspetti che non condivido. Ho apprezzato molto anche il doppiaggio (cosa che non succede spesso, chi ha mai letto le mie recensioni su Loudvision.it lo sa eheheh) e la colonna sonora. Ripeto, una delle cose belle è la varietà di aspetti e spunti di riflessione e anche qui non sono riuscita sicuramente ad esaurire gli argomenti, posso solo consigliarvi di andarlo a vedere (e rivedere) e magari condividere con noi in un commento le vostre impressioni e ciò che avete colto: credo sia una cosa molto soggettiva e sarebbe un bellissimo scambio!
Vi va? 😉
G.
Tra i film con un’ottima colonna sonora mi ha colpito molto anche questo: https://wwayne.wordpress.com/2014/05/09/agire-secondo-giustizia/. L’hai visto?
Ciao! Non l’ho visto ma ho appena letto la tua recensione e mi ha intrigato molto! A primo impatto come trama sembra un po’ “piatta”, però con gli altri elementi deve essere uscito un buon prodotto! Aggiunto alla lista dei film da vedere! Grazie!! 🙂
Se ti va, poi fammi sapere come l’hai trovato. Se invece non dovessi più sentirti, per me avertelo fatto scoprire è già una grande soddisfazione. Grazie a te per la risposta! 🙂
Ciao! Ho visto il film il primo giorno della sua uscita, ho apprezzato moltissimo la ripresa dei disegni dell’autore e la loro animazione. Penso che la vita della bambina così ripetitiva quasi come se fosse un “eterno ritorno” è come se descrivesse la società odierna. Difficilmente si riesce a ritagliare un pezzetto del proprio tempo per se stessi e le proprie passioni. Mentre, il signore anziano allude a qualcosa che ora mai sta invecchiando e sta scomparendo, ovvero la vita più semplice di una volta. Questa è una considerazione prettamente sociale, ma ci sono tanti altri aspetti che mi hanno colpito tra cui il doppiaggio. Gassmann è stato impeccabile (sarà che adoro l voci cupe), mentre non mi sarei aspettata che la volpe fosse Stefano Accorsi!! E vogliamo parlare della colonna sonora? E’ stata capace di riportarmi piccola piccola con la sua melodia!
Altra piccola chicca che vorrei mettere in evidenzia è il doppiaggio straniero. Il piccolo principe è stato interpretato da Paul Rudd, un attore che ho scoperto nel film !Altruisti si diventa”, ed è davvero molto bravo a mio parere come attore. Riguardo al film ho scritto su un articolo ti andrebbe di leggerlo? https://chiamatemimary.wordpress.com/2016/08/07/altruisti-si-diventa/
Anche io adoro gli scambi di opinione! Buona giornata 🙂